Il bondage rientra nella pratiche BDSM, ma è anche molto di più.
Trattandosi di un modo di vivere l’erotismo un po’ diverso dal solito, è importante che tutti i partecipanti siano consensuali e che ci sia fiducia reciproca.
Non fanno parte del bondage solamente le tecniche più estreme, che tra l’altro necessitano di una buona preparazione, possibilmente attraverso appositi corsi, ma è possibile approcciarsi a questa tecnica in modo più soft e altrettanto stimolante.
Legatura dei polsi
La legatura dei polsi è ideale per coloro che sperimentano per la prima volta questa disciplina. Sarà necessario circa un metro e mezzo di corda.
La persona da legare deve posizionare le sue mani dietro la schiena, in modo tale che i palmi delle mani si tocchino tra loro.
A questo punto, è necessario fare un cappio nel punto centrale della corda. Questo deve essere passato intorno ai polsi e poi stretto, facendo bene attenzione a non esagerare.
La circolazione non deve essere ostacolata, dunque è sufficiente che la persona legata non riesca a liberarsi da sola.
Una volta bloccate tra loro le mani, vanno separati i due capi della corda e fatti passare uno verso l’esterno e l’altro verso l’interno, andando infine a legare le estremità per mezzo di un nodo.
Caviglie affiancate
Per evitare che il partner cada, la prima cosa da fare è assicurarsi che si sieda o che si sdrai.
Per questa tecnica serviranno almeno tre metri di corda, iniziando con il piegarla a metà, a formare una volta, attraverso la quale far passare i due capi, ottenendo così un cappio.
Le caviglie vanno inserite al suo interno, facendo poi un giro nel senso opposto. In questo caso non è necessario stringere, in quanto la circolazione ne risentirebbe. Attenzione anche a non sovrapporre le sezioni della corda: ciò potrebbe causare fastidio e spiacevole dolore.
A questo punto non resta che dividere i due capi e farli passare, in direzioni opposte, attraverso la volta al centro delle caviglie, facendo due giri.
Per concludere basta fare un nodo semplice, facendo sempre grande attenzione a non stringere eccessivamente.
Caviglie incrociate
Esiste una variante della tecnica appena illustrata. La procedura è pressoché identica, ma qui le caviglie vanno incrociate.
Per questo motivo è importante prestare ancora più attenzione, dato che la legatura potrebbe causare fastidio.
Il vantaggio è dato dal fatto che la persona legata, contrariamente alla tecnica a caviglie affiancate, non riuscirà in nessun modo a stare in piedi, garantendo così un maggiore senso di sottomissione.
Nodo quadrato
Addentriamoci nel lato più estetico del bondage e vediamo la tecnica del nodo quadrato.
Si tratta di una delle più usate nello shibari giapponese, perché molto scenografico: la sua forma ricorda quella di un fiore.
Il primo passaggio da fare prevede di avvolgere la corda tenendo il capo superiore fermo a destra, facendo girare per tre volte quello inferiore. La parte superiore deve ora passare sopra i primi due giri, sotto l’estremità inferiore. Tirando i due capi è possibile stringere la corda, ricordandosi sempre di non esagerare.
A questo punto, si ripete quanto appena fatto, ma in maniera inversa.
Effettuati circa cinque passaggi, è possibile terminare passando l’estremità inferiore sotto quella superiore e poi l’inferiore sotto la superiore.
Le corde devono necessariamente essere affiancate, dunque non sovrapposte.
Per chiudere il nodo è ora sufficiente stringere con attenzione.
Posizione comoda
In tal caso è necessaria una corda da 10 metri, piegata e posizionata dietro, mai intorno, al collo. Questa deve solo essere appoggiata, dunque non stringere.
Adesso può essere passata sotto le ascelle, senza incrociarla sul davanti, quindi stando ben lontani dalla gola.
Un incrocio dietro la schiena permette di portare la fune avanti, al livello dei genitali e, facendo un ulteriore incrocio alla coscia, comprendendo il polso, si prosegue con quattro giri completi.